Psicoanalisi della relazione
La “Psicoanalisi della relazione” nasce in Italia al termine degli anni ’70 dal pensiero di un gruppo di analisti che riconoscevano nel concetto di “relazione” uno degli elementi essenziali del rapporto tra lo psicologo e la persona che richiede aiuto.
Il padre del modello psicoanalitico è Sigmund Freud ma la sua teoria tradizionale è stata profondamente riletta in chiave critica fino a focalizzare l’attenzione sulla relazione, elemento su cui prima la riflessione era stata poco sviluppata.
Nella relazione viene riconosciuto un elemento essenziale della vita di ogni essere umano ed è così che anche il rapporto che si costruisce tra lo psicologo e colui che ha richiesto aiuto diventa elemento centrale di attenzione.
La vita è fin da subito interazione e relazione con l’altro, ed è all’interno di queste che ognuno di noi lascia un segno di sé nell’altro ma allo stesso tempo ne viene segnato. A testimoniare la fondamentale importanza della “relazione” per la vita dell’essere umano, basta pensare alle prime fasi di vita di un bambino: fin dal suo primo momento di vita, infatti, si trova immerso in una fitta e complessa rete di relazioni e si trova a dover necessariamente interagire con il mondo esterno per la sopravvivenza. Allo stesso modo è nell’interazione con il mondo esterno e con gli attori che lo popolano che questo crescerà, strutturandosi e divenendo un adulto.
È attraverso continue interazioni con l’ambiente e con altri individui che la nostra vita procede ed è nel rapporto con questi che ci co-costruiamo e diveniamo quelli che siamo.
Riconoscere l’importanza della Relazione
Riconoscere l’importanza della Relazione, nella vita di tutti i giorni e, soprattutto, nel rapporto psicologo-paziente, ha fatto sì che la relazione venisse letta in una nuova luce. Lo psicologo, proprio come colui che gli richiede aiuto, è un essere umano ed è per questo che il rapporto costruito tra i due non può essere che considerato un rapporto reciproco e paritario: la relazione terapeutica non è altro che un rapporto tra umani che dialogano, interagiscono e portano con sé ciascuno il proprio mondo interiore, fatto di risorse come di debolezze e criticità.
In termini concreti ciò si riflette in una relazione paritaria, all’interno della quale lo psicologo non pretende di calare dall’alto spiegazioni e imposizioni ma procede a braccetto con il paziente accompagnandolo verso una maggiore consapevolezza di sé e dei modi che nel percorso di vita ha adottato per affrontare la realtà di tutti i giorni, ciò, sempre ricordando che nessuno all’infuori del “paziente” può conoscersi meglio proprio di quel paziente.
In questo percorso a braccetto, sia analista che paziente portano con sé la propria storia di vita e le proprie soluzioni; la relazione terapeutica diviene così possibilità di sperimentare nuove soluzioni per sé stessi da portare poi nella vita di tutti i giorni scoprendo un nuovo modo di viversi, più libero e sereno.